Oggi intervistiamo Emanuele Tolomei di EspertoSeo.it, uno dei principali consulenti italiani attivi nel settore del posizionamento sui motori di ricerca.

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Ciao Emanuele, presentati ai nostri lettori. Qual’è la tua formazione, le tue esperienze passate e la tua storia come consulente SEO?

Ho iniziato nel 2005, proprio mentre il panorama SEO in Italia prendeva forma e i più anziani iniziavano a diffondere segreti e scoperte importanti nel campo del posizionamento nei motori. Google si affermava proprio in quel periodo anche in Italia e io ho colto al volo questa scia per entrare in questo mondo.
Prima di questo ho fatto altre cose relativamente al web marketing, ma più tradizionali e pacchettizzate, come mailing list, acquisto di pubblicità su grandi portali e altre attività similari per promuovere quella che fino a quel momento era la mia attività. In quel tempo smettevo di essere un “Lavandaio”, infatti venivo da 8 anni di imprenditoria nel settore delle lavanderie industriali, che mi ha dato l’occasione per vivere da dentro l’aspetto marketing di molte realtà turistiche, come Hotel, Agriturismi, i primi Bed & Breakfast, Case di cura per anziani e via dicendo.
Il crollo del settore, almeno per me, mi ha fatto trasportare tutta la mia esperienza commerciale sul web, trasformandomi in un uomo 2.0, cosa che fino a quel momento non avrei mai immaginato.
Ad oggi, dopo 8 anni di attività, mi trovo ben posizionato tra tante società valide e con esperienza in Italia, ma per fortuna di lavoro ce n’è abbastanza per tutti.

Emanuele, presentaci il tuo lavoro: di cosa ti occupi, chi sono i tuoi clienti, da quanti anni sei nel settore.

Come anticipato prima, sono 8 anni che giro in SERP, e mi sono occupato di diversi settori. Il più importante è sicuramente quello delle PMI, che mi ha visto tra i pionieri del posizionamento Geolocalizzato, punta di diamante dei nostri servizi anche oggi. Le aziende che ci hanno affiancato sono state molte, quasi 400 in 8 anni, e di varie tipologie, tra cui: Imprese di pulizie, Wedding Planner, Palestre, Commercialisti, Autotrasporti, Agenzie di finanziamenti, Corsi di cucina, Fotovoltaico, ecc.. Solo per citare alcuni settori tra i più floridi.
Ma i newbusiness hanno messo alla prova da sempre tutto il panorama SEO italiano, con continui cambiamenti e integrazioni di attività finora “mai esistite”. Vedi il boom dei compro oro e del mercato delle sigarette elettroniche, come dell’attualissimo mercato della ricostruzione unghie, dalla formazione alla vendita di prodotti professionali.

 

Quali dovrebbero essere le migliori strategie che un hotel deve mettere in atto per essere presente online? Quali dovrebbero essere gli obiettivi a breve, medio e lungo termine della presenza online?

La trasparenza è da sempre sintomo di solidità e di successo per qualsiasi settore, ma mai come per l’alberghiero. Sembra difficile, ma basterebbe trasportare se stessi in quei pochi pixel che ci portano agli occhi dei visitatori. Molte strutture, la maggior parte, non lo fanno. Infatti troppo spesso ci troviamo a navigare siti che non vengono aggiornati, che contengono foto comprate (nella migliore delle ipotesi, se non copiate da altri competitor) da siti di vendita di immagini, dove i titolari non ci mettono la faccia e dove l’ultima news risale al “2009”. Avere una qualsiasi attività online oggi significa alzare la saracinesca al mattino ed abbassarla alla sera, ma per un Hotel? Un Hotel non chiude mai, ha il portiere di notte, ha un parcheggio dove macchine arrivano e partono 24 ore su 24. Quindi, visto che oggi, con strumenti come CMS Opensource o altro fatto in casa del genere, non è complesso aggiornare i propri contenuti, direi che il minimo è quello di mantenere la propria vetrina online sempre aggiornata e “spolverata”.

Dalla tua esperienza, quali caratteristiche indispensabili devono essere presenti sul sito web di un hotel per essere perfettamente visibile dai motori di ricerca?

Potrei dire molte cose, ma che gli albergatori, quelli più skillati conoscono e bene. Anzi, direi che molti di loro ne sanno sicuramente più di tutti noi messi insieme, ma se c’è un dettaglio che a volte fa la differenza a parità di fattori, è il trust. Molti Hotel dimenticano i marchi e marchietti che al visitatore piace vedere. Parlo di premi vinti, di Tripadvisor, di personaggi noti ospitati. TRUST, TRUST, TRUST. Tutto quello che nell’immediato possa catturare l’utente per farlo restare nel sito quei pochi secondi in più per non fermarsi solo alla homepage o alla pagina dei prezzi, ma per apprezzare quella struttura a 360° . Inoltre numeri di telefono ben in vista, dove però c’è qualcuno che risponde h24, una chat, un form di contatto smart, con pochi campi e le giuste accortezze sulla privacy (molti form che si vedono in giro non ce l’hanno, mentre è obbligatoria); troppi campi sono un deterrente, un sistema di call me back, per richiamare chi vuole parlare con voi, ma non vuole spendere nemmeno un centesimo di telefono (sicuramente costoso, ma meno di un numero verde). Il tutto abbinato a volti di persone che non sono l’operatrice con le cuffiette che hanno già visto in milioni di altri siti di ogni parte del mondo, ma volti veri. Insomma il Trust è questo.

 

Il SEO è ancora un argomento attuale per gli hotel? Non ritieni che ci sia troppa competizione ed è magari preferibile investire su altri strumenti per farsi conoscere online, come si Social Media?

Il SEO sul settore hotel è da escludere, soprattutto se parliamo di chiavi come “Hotel + città” , ma c’è tanta long tail su cui lavorare. Faccio solo esempi: prezzi hotel città, offerte hotel città, hotel città vicino al mare, hotel città che accetta animali.

Solo con queste accortezze riusciremmo a portare un buon traffico alle nostre strutture e non è difficile posizionarsi per chiavi così. Ovvio che se parliamo di Roma, Milano, tutta la costa adriatica, le principali località turistiche del bacino del mediterraneo, il gioco si fa duro anche sulla lunga coda, ma garantisco che il volume di search è talmente elevato che in questo caso riceveremmo richieste anche dalla 3° pagina di Google. L’importante è puntare su tutto ciò che non si vede. Che significa? Usare i social Media ad esempio, ma non i social network e basta, anche perchè Facebook, è provato, ha un ROI bassissimo. Ma recensioni, Guide turistiche, Racconti di viaggio, sono ad oggi un mezzo poco usato da tutti, anche se il traffico ad essi riservato è altissimo e di nicchia. Di nicchia in questo senso significa lavorare sulla gestione della reputazione online. Ovvero quando un utente cerca in Google “costa amalfitana 2013 opinioni”, potrebbe trovare un vostro articolo che parla del posto e allo stesso tempo recensisca un albergo consigliato. Non lasciamo questo compito solo agli utenti di Tripadvisor. Le recensioni che vi si trovano sono un numero inesistente se lo confrontiamo con quanti realmente hanno visitato certi posti. Inoltre, un’altra risorsa sottovalutata dalle strutture è il meteo. La chiave che in assoluto fa più traffico nel web per chi viaggia è proprio “meteo + città + mese/giorno/periodo”, ma i siti delle strutture non fanno il notiziario, come sembrerebbe logico, ma dovrebbero, se vogliono portare le proprie strutture all’attenzione dei visitatori.

 

Cosa ne pensi dello strapotere delle OLTA? Come può difendersi l’albergatore e provare a disintermediare? Quali vantaggi e svantaggi si hanno?

L’albergatore è pigro in questo senso, altrimenti la risposta ce l’avrebbe sotto il naso.Vado?
Faccio un esempio sciocco e banale per i più, ma probabilmente ce n’è bisogno. Prendiamo tutti coloro che usano Groupon, Groupalia, LetsBonus, Prezzofelice, Youppit e chi più ne ha più ne metta, per promuovere il loro pacchetto vacanze. Sicuramente riempiranno e anche in breve periodo, ma i guadagni?
Cosa motiva il viaggiatore ad andare li? Il fatto che è su Groupon, o l’offerta vantaggiosa? Beh, solo la seconda..
Quindi? L’albergatore deve creare un pacchetto di almeno il 50% del suo valore e poi cederne a sua volta ancora il 50% al sito coupon.

Esempio: Pacchetto costa 200. Sul sito coupon lo trovi almeno a 100, se non di meno. Su questi 100, 50 vanno al sito che ha provveduto alla distribuzione. La struttura fa un’offerta diretta al suo visitatore per 50 euro; solo che per farlo, ha tirato dentro un mediatore a cui deve corrispondere altri 50 euro. La cosa non quadra.. E se l’albergatore facesse la stessa offerta, e la promuovesse a 99 euro? Sarebbe più competitivo del sito coupon e avrebbe almeno 49 euro da investire in pubblicità per ogni pacchetto venduto! DIFFICILE?

 

E’ notizia di pochi giorni fa: Google Hotel Finder è disponibile anche in Italia. Secondo te avrà un impatto rilevante sul turismo italiano? Un albergatore come dovrebbe gestire il proprio profilo Google Places per ottimizzare le conversioni?

Se un albergatore avrà adempiuto a tutto quello che di base viene richiesto per essere un tantino visibile online, non potrà che trarre vantaggio da Google Hotel Finder, che abbrevierà semplicemente il processo di individuazione-scelta-acquisto dell’utente, lasciando sempre spazio a quelli che hanno il booking libero e aggiornato. L’obbiettivo di Google è quello di riempire tutti, offrendo visibilità a chi realmente in quel momento ne ha bisogno. Mi sembra eticamente corretto e fruttevole per tutti. Ne riparliamo a fine stagione 🙂 Su Corso Web Marketing Hotel si possono scaricare dei video gratuiti che spiegano, tra le altre cose, come funziona nel dettaglio Google Hotel Finder e tanti altri consigli utili agli albergatori.

 

Ritieni che un albergatore dovrebbe frequentare un corso di formazione sui temi del web marketing turistico oppure è preferibile rivolgersi ad un consulente esterno che si occupi di tutti gli aspetti connessi alla presenza web dell’hotel?

La formazione è fondamentale per questo settore, e ritengo di si, la considero obbligatoria. Inoltre un albergatore negli anni avrà anche sicuramente affinato strategie che potrebbero diventare utili per la stessa socità di formazione. Per cui quello che ritengo strategico è soprattutto una stretta collaborazione tra realtà di settore alberghiero e progetti come Seo Training Italia, solo per fare un esempio. A Maggio si tiene a Verona il Corso di Formazione Web Marketing Hotel dedicato proprio alla promozione di Hotel, B&B e strutture ricettive.

 

Emanuele, quali saranno i trend del web marketing turistico per il 2013?

Vedo molto bene questa evoluzione di Google Hotel Finder, che come dicevo, riempirà a dovere le strutture meglio organizzate e ben presenti nei principali contenitori. Vedo anche che gli utenti non si muoveranno se non dove ci sono offerte e pacchetti last minute, anche brevi. Non sarà necessario creare situazioni più lunghe di un weekend o una settimana. Sarà anche il caso di confrontare i propri prezzi con quelli del mercato estero a noi vicino. Per esempio, se lo scorso anno la Grecia era in calo, parlo dal punto di vista dell’affluenza, quest’anno è tornata più forte che mai. Complice anche un’attività dei principali Tour Operator, che hanno sicuramente saputo trattare degli ottimi prezzi con gli operatori Greci. Ma anche altre mete del Mediterraneo saranno molto ambite, per cui per spostare l’attenzione degli utenti, bisognerà lavorare molto sul prezzo purtroppo, ma è inevitabile.

 

Quali consigli ti senti di dare agli albergatori che non sono ancora molto presenti sul web?

Do solo un consiglio. Prendetevi qualche ora di tempo e un buon consulente SEO, che sappia suggerirvi la migliore strategia. Ma restate anche sintonizzati su digitalmarketingturistico.it, che saprà sicuramente indicarvi le migliori risorse attualmente disponibili in rete per aumentare la vostra visibilità! Un abbraccio e un grazie di cuore a Armando Travaglini e a tutto lo staff di Digital Marketing Turistico.

 

 

Grazie Emanuele per il tuo prezioso contributo. Alla prossima!