Si è appena conclusa l’iniziativa EEN DAYS, un appuntamento speciale che si è tenuto dal 25 al 30 novembre con oltre 50 incontri in tutta Italia: seminari, workshop, eventi BtoB organizzati dai partner italiani di Enterprise Europe Network, la rete della Commissione Europea a supporto delle PMI. Si è trattato di un ricco programma di eventi, con approfondimenti sugli strumenti offerti dalla nuova programmazione europea 2014-2020, su finanziamenti UE e progettazione europea, incontri con operatori stranieri, servizi di assistenza specialistica, opportunità per le startup che ha coinvolto 19 regioni italiane. La stessa rete EEN, diffusa capillarmente a livello nazionale, offre supporto alle pmi dal punto di vista della ricerca di finanziamenti.

È fondamentale oggi per le Pmi italiane essere sempre aggiornate sulle normative regionali ed europee dedicate a contributi a fondo perso e finanziamenti. Partecipare ad eventi come gli EEN Days e altre iniziative a carattere locale o regionale dedicate all’informazione su possibilità di finanziamento per le imprese non deve essere considerato una perdita di tempo per l’imprenditore. Si tratta di occasioni infatti non solo di informazione, ma anche di condivisione con altre aziende di opportunità, business, idee, possibilità di collaborazioni nuove e proficue. Questo vale più che mai nel settore del turismo e della ricettività, aree per le quali le istituzioni si stanno impegnando per un supporto concreto in termini di contributi alle imprese. Aree, soprattutto, per le quali l’interesse da parte dei neo-imprenditori è sempre più elevato, come dimostrano alcuni numeri indicati di seguito.

L’Italia e l’economia in generale si trovano da alcuni anni in una situazione piuttosto complessa, che forse chiamare “crisi” è ormai riduttivo. Si tratta di una trasformazione epocale della modalità stessa di concepire il lavoro e per l’Italia significa anche un ritorno al concetto di auto-imprenditorialità, dopo decenni in cui il rischio d’impresa è stato più temuto, che supportato e valorizzato.

Le categorie più sensibili al cambiamento sono i giovani e le donne, entrambi colpiti da un livello di disoccupazione elevato. Fonti Unioncamere riferiscono che dall’inizio del 2013 100mila giovani hanno risposto mettendosi in proprio e nei primi nove mesi dell’anno sono nate 296mila aziende, di cui una su tre è ‘under 35’ (Sono considerate imprese giovanili le imprese individuali il cui titolare abbia meno di 35 anni, ovvero le società di persone in cui oltre il 50% dei soci abbia meno di 35 anni, oppure le società di capitali in cui la media dell’età dei soci e degli amministratori sia inferiore allo stesso limite d’età). Nel complesso, il contributo dei giovani è stato determinante in questi mesi per consentire all’Italia di mantenere in attivo il bilancio tra aperture e chiusure di imprese. Con riferimento alla forma giuridica di queste imprese, il 76,8% delle nuove imprese ‘under 35’ è una ditta individuale, forma che probabilmente risente della tipologia di impresa avviata: soprattutto commercio, edilizia e servizi di alloggio e ristorazione, che insieme fanno il 30% delle aziende avviate.

Anche il mondo del lavoro femminile ha trovato la propria strada per rispondere in maniera energica alle difficoltà lavorative: sempre secondo fonti Unioncamere delle 6.140 imprese in più che, tra settembre del 2012 e settembre di quest’anno, si sono aggiunte alla base imprenditoriale del paese, ben 3.893 (il 63%) sono dirette da una o più donne che hanno optato per la forma della società di capitale (+9.789 unità nei dodici mesi, con un ritmo di crescita pari al 4,5%) a scapito della più semplice, ma più fragile, impresa individuale (-6.627 unità). I settori in cui le imprenditrici ‘rosa’ hanno cercato preferibilmente spazio sono stati quelli del turismo (cresciuto di 4.850 attività, ben oltre l’intero saldo del periodo) e dei servizi finanziari (+1.393 attività, pari ad una crescita-record del 5,3%). Oltre la metà della crescita delle imprese femminili si concentra nelle regioni del Centro-Italia (+2.380 unità, il 63% del saldo totale), mentre il Nord-Est è l’unica area a veder diminuire il numero di imprese guidate da donne (-291). Alla fine di settembre del 2013 le imprese femminili registrate presso le Camere di commercio erano 1.431.167, il 23,6% sul totale. In termini relativi, l’incremento rilevato nei dodici mesi presi in esame corrisponde a un tasso di crescita dello 0,27%, quasi triplo rispetto alla crescita media del totale delle imprese italiane nel periodo (0,10%).

Con riferimento al comparto turistico in senso stretto, i dati indicano che alla fine del settembre scorso le imprese rosa erano 158.442, corrispondenti all’11% del totale delle imprese femminili. In particolare, le imprese femminili del turismo sono concentrate nel comparto della ristorazione, dove operano 115.660 imprese ‘rosa’ (il 73% del totale). Di queste, 46.262 (quasi il 40%) nei servizi di ristorazione e somministrazione di cibo anche da asporto e 6.645 (pari a oltre il 5%) nelle gelaterie e pasticcerie. Segue, per numerosità, il comparto dell’ospitalità con 17.111 imprese femminili (il 10,8% di tutto il turismo ‘rosa’), di cui 9.752 (il 57%) negli alberghi e 5.997 (il restante 35%) nelle altre forme di alloggio come B&B, affittacamere e residence. Chiudono le 6.659 imprese che offrono servizi di intermediazione turistica, tra cui  agenzie di viaggio e tour operator, 5.500 imprese per servizi di accompagnamento turistico legate ad attività creative, artistiche sportive di intrattenimento e divertimento; 2.389 imprese femminili impegnate nel “turismo congressuale” e 1.780 stabilimenti balneari. Osservando l’economia al femminile dal punto di vista dei settori, a crescere di più negli ultimi dodici mesi in termini assoluti sono stati i servizi di alloggio e ristorazione (+3.611 imprese), le attività finanziarie e assicurative (+1.393) e il noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+1.239).  Le contrazioni più significative hanno riguardato l’agricoltura (-10.491 imprese, in linea con l’assestamento strutturale del settore in corso da oltre un decennio) e le attività manifatturiere (-552 unità). Infine, quanto alla  componente giovanile, a fine settembre scorso le imprese femminili a titolarità ‘under 35’ erano 176.084, distribuite prevalentemente in Campania (nel 13,5% dei casi), in Lombardia (12,4%) e in Sicilia (10,4%). Le imprese giovanili ‘in rosa’ operano prevalentemente nel commercio all’ingrosso (31%), nelle altre attività dei  servizi  (11,4%) e nei servizi di alloggio e ristorazione (11,2%). Rispetto al settore di appartenenza, l’incidenza delle imprese femminili giovanili sul totale delle ‘under 35’ è più alta nei settori delle altre attività dei servizi (59,9%), sanità e assistenza sociale (56,4%), istruzione (45,9%), alloggio e ristorazione (33,9%).

Questi dati dimostrano come il substrato imprenditoriale italiano, soprattutto femminile e giovanile, sia in grande fermento: le difficoltà sociali sono molte e lo spirito imprenditoriale tipicamente italiano si sta facendo sentire proprio con l’obiettivo di superare queste problematiche. Il settore della ricettività in Italia oggi può dare grandi opportunità perchè le bellezze e i tesori del Belpaese sono stimati in tutto il mondo e attirano turisti ogni mese dell’anno e da ogni parte del continente.

Molte sono le istituzioni del territorio alle quali ci si può rivolgere per ottenere supporto: dai servizi di EEN, agli sportelli Nuova Impresa delle CCIAA, alle associazioni di categoria. Poli tecnologici, incubatori e enti formativi sono poi ulteriori centri di supporto con professionisti competenti e adatti ad aiutare chiunque voglia far partire il proprio progetto imprenditoriale. Non bisogna avere remore nella ricerca perché in tutte queste organizzazioni ci sono persone preposte a dare supporto alle nuove imprese e ai progetti d’impresa attraverso tutti gli strumenti messi a disposizione a livello nazionale ed europeo.

Articolo a cura di Sara Tortelli, www.fuoridaglischemi.com