Aprire un blog tematico per un piccolo albergo può essere una scelta o una necessità, una soluzione per sopperire all’eventuale mancanza di fondi per la costruzione di un sito web accattivante, votato all’e-commerce.
Scegliere di aprire un blog per la propria struttura ricettiva significa affrontare quattro problemi:
- RELAZIONALE – Chi si occuperà del blog? Possiede le competenze per farlo? E’ felice di farlo? E’ disposto a formarsi per imparare? L’azienda è disposta a lavorare insieme a lui/lei per la buona riuscita del progetto?
- STRUTTURALE – Come e dove aprire un blog? Come renderlo ottimizzato per gli utenti e per Google? Quali plugin scegliere? Come impostare e gestire la newsletter? Come definire i menù, i sotto menù, le categorie e i tag?
- CONTENUTISTICO – Cosa, quanto e con che frequenza pubblicare? Come strutturare un piano editoriale? E’ possibile integrare questo piano editoriale con un piano di comunicazione transmediale?
- ECONOMICO – Quanto denaro investire nel blog? Che cosa vale la pena acquistare per ottenere un risultato soddisfacente? E’ necessario investire oppure si possono sfruttare solo gli strumenti gratuiti online? Come creare una community, ritagliandosi uno spazio per diventare un punto di riferimento? Quando e quanto rientrerò degli investimenti e/o inizierò a guadagnare attraverso le prenotazioni online?
Queste sono solo alcune delle domande tipiche, che nascono dall’idea di aprire un blog. In rete esiste un numero incalcolabile di tutorial, suggerimenti, video per rispondere ad ognuna di esse, con almeno cinque variabili diverse per ciascuna.
Quello su cui vorrei riflettere oggi è la motivazione alla base di una scelta così importante.
Aprire un blog (o costruire un sito) perché si deve è una motivazione fallimentare. Nessuno è obbligato a fare nulla, men che meno assumersi l’onere di gestire uno strumento pluridimensionale sul web. Uno strumento complicato perché richiede competenze tecniche e di scrittura, idee e voglia di aggiornamento, sforzo disciplinare e capacità relazionali marcate. Tutti questi elementi sono necessari per la buona riuscita del progetto. Gli investimenti economici o i plugin accattivanti non sono sufficienti, da soli, a “far girare” un blog, le statistiche e, cosa ancora più fondamentale, la community.
Questa scelta va ponderata e applicata solo nel momento in cui si ha ben chiaro l’emozione alla base di questa scelta, il perché e gli obiettivi. Quando parlo di “emozione” mi riferisco, in particolar modo, all’esperienza di vita aziendale e personale di coloro i quali stanno decidendo in merito all’apertura di un blog tematico. Questa necessità è apparsa in un momento sereno oppure di rabbia? E’ una scelta libera o condizionata da qualcuno o qualcosa? Quanto ci si sente “comodi” in quest’apertura verso la rete? Non esiste niente di peggio di un blog aperto con motivazioni sbagliate, nel momento sbagliato, con le persone “sbagliate” come punto di riferimento. Ci sono alcune domande chiave da porsi prima di premere il pulsante “Crea nuovo blog” in WordPress e queste domande sono: perché proprio ora? Perché non prima? Cos’è cambiato?
Stabilito questo elemento rilevante, bisogna sforzarsi di trovare una risposta altrettanto forte alla domanda: che cosa scrivo nel blog? Un piccolo albergo può essere una realtà con pochi stimoli. Per questo motivo, è importante andare al cuore della questione iniziando, per esempio, a raccontare la storia dell’albergo seduti a un tavolo, lasciando l’approccio di riunione aziendale, adottando una narrazione più fanciullesca, creativa, evocativa. Gli ascoltatori potrebbero sospendere il giudizio e lasciarsi contaminare dal racconto. In seguito, prendendo un foglio bianco e dei pennarelli, ognuno potrà creare il proprio puzzle di idee concentrate in parole chiave tematiche che, messe a confronto, produrranno una lista di argomenti, emozioni e progetti da sviluppare nel blog. Rendendosi conto della propria storia, inoltre, le persone potranno lavorare sul proprio brand. Essere consapevoli di ciò che un albergo è, dei suoi valori, di quello a cui mira, di quello a cui non darà mai vicinanza o consenso è un punto di partenza importantissimo per lo sviluppo di qualsiasi politica di marketing, comunicazione o economica.
In seguito, sarà più semplice lasciarsi contaminare dall’esperienza online, la quale potrebbe aprire delle opportunità inaspettate proprio grazie alle persone e agli strumenti della rete. Pensiamo, per esempio, ai corsi di alta pasticceria tenuti da blogger importanti (ma non appartenenti al jet set), agli eventi come le conferenze sui temi della fantascienza e del fantasy o della letteratura inglese. Il blog, a questo punto, diventerebbe uno strumento dinamico, creativo, emozionale, innovativo, ottimo per sostenere le vendite dei servizi e importante canale per la costruzione di una nuova reputazione. Gli articoli acquisirebbero spessore e colore, alternando persone e novità, considerazioni ed eventi. La storia alla base evocherebbe il viaggio dell’eroe proposto da Joseph Campbell e i lettori percepirebbero vicinanza all’azienda proprio grazie alle emozioni trasmesse con la scrittura, con i contenuti, con l’impegno nel rinnovamento e nella cura del cliente.
Un blog, da solo, non basta. Un piccolo albergo, prima di scegliere questa strada, deve scandagliare ogni suo reparto per cercare di elevare al massimo lo standard di qualità nella cura e nell’attenzione del cliente, lavorando sulla squadra, sui singoli, sugli ambienti in modo tale che, in seguito, gli utenti potranno parlare bene di tutti gli aspetti della struttura, senza rimanere delusi dal passaggio online-offline. TripAdvisor e i commenti sono sempre “in agguato”.
Articolo a cura di Carolina Venturini, www.scritturesocial.com